Lelahel..
00domenica 8 giugno 2008 00:28
Trailer Gomorra



"Gomorra", un film che scuote le coscienze


Sconcertante, sconvolgente, inquietante, di una verità cruda, angosciante, triste e corrotta tanto da far risvegliare le nostre coscienze spesso sopite, Gomorra, il film, premiato al Festival di Cannes, di Matteo Garrone tratto dal libro di Roberto Saviano, viene proiettato in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane.

Le scene indagano la Napoli perversa, la Napoli camorristica, del crimine, della droga, dei rifiuti, del denaro, degli affari, dell’imprenditoria, del sesso, delle stragi contro coloro che stanno “dall’altra parte”, gli scissionisti. Ed è una rete che tiene avviluppate non solo le città campane e del meridione, ma anche quelle del Nord. Una rete che coinvolge tutti, adulti e giovani. Totò è un ragazzo diligente.

A soli 10 anni aiuta la madre, titolare di un esercizio commerciale, col servizio a domicilio. Vuole diventare come gli adulti che vede intorno a sé: ricco, importante, possessore di un’automobile. Ma per raggiungere il suo obiettivo non deve avere paura della pistola, deve saper maneggiare le armi, uccidere, “fare i morti”, contarli. E’ un sistema così radicato nella società in cui vive, così forte da non poter essere evitato, così come non possono evitarlo Marco e Ciro che spadroneggiano con le armi. Totò viene costretto a scegliere, contro la sua volontà, se stare dalla “parte giusta” o dall’altra, quella degli scissionisti, quella di coloro che non accettano più le azioni dei vecchi capi.

Opta per la prima: contro gli scissionisti, infatti, vi è una guerra che miete vittime ogni giorno di più in una società dove la criminalità la fa da padrona. Essa è presente ovunque: in Marco e Ciro, che compiono una rapina per una futilità, è presente in Totò ed anche in altri suoi coetanei. E i grandi? Spacciano droga, firmano contratti con industrie del Nord per poi riversare i loro rifiuti a Marcianise e dintorni, rifiuti che contaminano le pesche, le quali, coltivate in un semplice orticello, possono portare alla morte, sfruttano gli emigrati; capita, poi, che vi sia un porta-soldi, come don Ciro (Imparato) che si ritrova in mezzo ai due avversari e viene costretto anch’egli a prendere parte alla guerra, pur dichiarando la propria “non belligeranza”.

Si può cambiare qualcosa della propria vita, ma senza uscire fuori dal “Sistema” che è sempre vigile. Sono i capi che comandano: qui comanda uno, là ne comanda un altro in una guerra che sembra non aver fine. Le immagini si concentrano sui volti dei personaggi, indagandoli psicologicamente, senza tralasciare gli aspetti della proteiforme realtà che vengono pienamente esplorati; questa è rafforzata attraverso i dialoghi in dialetto tra i personaggi, accompagnati dai sottotitoli. Molto eloquenti, inoltre, le didascalie al termine del film che si concentrano su alcuni dati riguardanti i rifiuti e i morti della camorra.

E’ un film impressionante, sconvolgente perché vi sono alcune scene molto forti ed indaga su una realtà (di quartieri napoletani come Scampia, Secondigliano e del casertano) che sembra surreale, anche se purtroppo esistente, ma è degno di essere visto, perché consente di approfondirla e conoscerla meglio andando oltre a ciò che troviamo negli articoli di cronaca o nei servizi dei tg. Un film che induce a riflettere e che inquieta, soprattutto se si pensa a ciò che recentemente hanno scritto alcuni studenti napoletani sulla camorra: “Ci protegge, anche se non le diamo un aiuto materiale. Non vogliamo che venga estirpata.”

recensione cinematografica di Antonino Stramandino
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