stefano 58
00venerdì 30 maggio 2008 23:58
I Navajo sono molto diversi dai loro "vicini", le tribù Hopi e Pueblo. Questi ultimi sono principalmente agricoltori e sedentari, mentre i Navajo sono nomadi ed allevatori. Gli Hopi hanno una tradizione pacifista, i Navajo una guerriera. Appartengono al ceppo linguistico Atabaskan che è simile a quello degli Apache i quali comparirono nel Sud Ovest circa un migliaio di anni fa. L’esercito Americano usò i Navajo nella seconda guerra mondiale come ufficiali di collegamento perché i Giapponesi non riuscivano a decodificare il loro linguaggio. Dall’internamento del 1860 in Fort Summer in New Messico che decimò la tribù, i Navajo (o Dineh come preferiscono essere chiamati) sono cresciuti sino a diventare la tribù più numerosa degli USA con 220.000 membri.

La nazione è governata da un Consiglio Tribale ed una grossa parte dei suoi introiti viene dallo sfruttamento dei ricchi depositi di carbone e petrolio. Molti dei Navajo vivono tuttora in maniera semi nomade seguendo i loro greggi di pecore attraverso i Canyons sia in primavera che in estate, ma in inverno si ritirano sull’altopiano. Pur integrando molti elementi della mitologia dei loro vicini Pueblo e assimilando tecnologia dai conquistatori Spagnoli, i Navajo hanno sviluppato una cultura completamente autonoma. Sono famosi per la loro "pittura della sabbia" (una particolare arte che rappresenta i loro "caratteri mitologici"), un rito ancestrale sciamanico che usa sabbia di diversi colori allo scopo di guarigione. Dagli Spagnoli impararono la tecnica per lavorare l’argento, sanno creare preziosi e incantevoli ornamenti di turchesi; ora questa conoscenza artigiana ha raggiunto alti livelli. La lana dei loro greggi fornisce la materia prima per tappeti fatti a mano.

stefano 58
00domenica 27 luglio 2008 21:50
Il popolo Navaho viveva nel sud-ovest, negli attuali stati del Arizona e New Mexico, dove giunsero intorno 12° e 13° secolo. Essi chiamavano se stessi Dineh (il popolo). Il nome Navaho venne loro dato dagli Spagnoli nel 17° secolo quando lentamente essi si separarono dai loro cugini Apache. Il popolo Navaho era composto da circa 60 bande e clan non molto unite fra loro. Per oltre due secolo i Navaho, con la loro guerriglia, fecero muro contro l´avanzata, prima degli Spagnoli, e poi dei Messicani. Gli scontri furono numerosi e cruenti, le guerre si susseguivano a periodi di relativa pace (dopo ogni razzia i Navaho si rifugiavano sulle "Mesas" e nei Canyon) e furono compiute barbarie da ambo le parti. Nel 1835 un esercito di 1000 soldati Messicani fu sbaragliato dai Navaho del grande capo Narbona. Con il passare del tempo i Navaho entrarono in contatto con i più pacifici popolo Pueblos da cui iniziarono ad apprendere l´arte del agricoltura e da bellicosi razziatori si trasformarono in dei semi-nomadi dediti alla pastorizia. Dal 19° secolo un nuovo nemico si affacciò nel sud-ovest: gli Americani, essi incominciarono a premere sui Navaho cercando di cacciarli dalle loro roccaforti. I Navaho cercarono di resistere giudati da capi come Manuelito, Delgadito e Barboncito. Ci furono alcuni scontri come l´attacco, da parte di mille guerrieri Navaho, a Fort Defiance nel 1860. Gli Americani decisi a piegare i Navaho iniziarono (1863) a distruggere sistematicamente tutte le risorse alimentari delle tribù che furono quindi costretti alla resa (Manuelito si arrese solamente nel 1866). Il maggiore protagonista, di parte Americana, in questa "gloriosa" impresa fu il famoso scout Kit Carson un tempo amico degli Indiani. I Navaho furono quindi trasferiti in una riserva, ma purtroppo durante il trasferimento, circa 500 chilometri, centinaia di Navaho morirono di malattie e di stenti. Dopo alcuni anni passati nella riserva ai Navaho fu permesso di ritornare nei loro amati territori. (1868)

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