poesia nataliziaa

Irene.41
00sabato 18 dicembre 2010 18:50
U CIARAMIDDARU




Foglie ingiallite di platano
coprono l’asfalto bagnato.
Multicolori ciclamini,
rosse poinsettiae
rallegrano le vie.
Ovunque abeti addobbati,
vetrine illuminate,
specchietti per allodole,
attirano la gente
.

È Natale!

Ma manca qualcosa,.
qualcosa di peculiare
che ricordi il Natale.
Un suono improvviso
si eleva tra il caos cittadino.
Dolce, caratteristico
struggente:
il suono di una ciaramella.
Mi guardo attorno;
dov’è lui?
Dov’è “ u ciaramiddaru?”
Non lo scorgo.

Un’illusione? Un disco?
Cosa importa!
Io lo sento:
è Natale!

Irene



Questa poesia non è di un autore famoso, è soltanto mia.



[SM=x1219810]
stefano 58
00sabato 18 dicembre 2010 23:54
Irene questa poesia è bellissima...grazie per averla condiviso con tutti noi..ma spiegami una cosa.....cos'è u ciaramiddaru..cu jè chiddu ca metti i ciaramini nto tettu?...scusa la mia ignoranza...sei sempre grande [SM=x1219820]
Irene.41
00lunedì 20 dicembre 2010 18:48



u ciaramiddaru! [SM=x1484547]
Irene.41
00lunedì 20 dicembre 2010 18:51
Questa è la poesia del Pascoli

La conosci?


LE CIARAMELLE

di Giovanni Pascoli

Udii tra il sonno le ciaramelle,
ho udito un suono di ninne nanne.
Ci sono in cielo tutte le stelle,
ci sono i lumi nelle capanne.

Sono venute dai monti oscuri
le ciaramelle senza dir niente;
hanno destata ne' suoi tuguri
tutta la buona povera gente.

Ognuno è sorto dal suo giaciglio;
accende il lume sotto la trave;
sanno quei lumi d'ombra e sbadiglio,
di cauti passi, di voce grave.

Le pie lucerne brillano intorno,
là nella casa, qua su la siepe:
sembra la terra, prima di giorno,
un piccoletto grande presepe.

Nel cielo azzurro tutte le stelle
paion restare come in attesa;
ed ecco alzare le ciaramelle
il loro dolce suono di chiesa;

suono di chiesa, suono di chiostro,
suono di casa, suono di culla,
suono di mamma, suono del nostro
dolce e passato pianger di nulla.

O ciaramelle degli anni primi,
d'avanti il giorno, d'avanti il vero,
or che le stelle son là sublimi,
conscie del nostro breve mistero;

che non ancora si pensa al pane,
che non ancora s'accende il fuoco;
prima del grido delle campane
fateci dunque piangere un poco.

Non più di nulla, sì di qualcosa,
di tante cose! Ma il cuor lo vuole,
quel pianto grande che poi riposa,
quel gran dolore che poi non duole;

sopra le nuove pene sue vere
vuol quei singulti senza ragione:
sul suo martòro, sul suo piacere,
vuol quelle antiche lagrime buone!



Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:35.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com