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...era il nome utilizzato dagli indiani "Apalaches" per riferirsi al bisonte. Questa parola aveva un significato molto speciale per i primi abitanti del continente americano, i quali insieme al bisonte avevano attraversato lo stretto di Bering durante l'ultima glaciazione, seguendo il loro ancestrale bisogno, che non era solo materiale ma anche spirituale.



Una volta morto il "Tatanka" (bisonte) passava a formare parte del Grande Spirito Manitù, rappresentato in varie occasioni da loro stessi come un insolito toro bianco. Questa diffusa tradizione di dipendenza umana dal bisonte insegnò agli indiani a sfruttare assolutamente l'intero animale: con la pelle si costruivano tende, mantelli e si cucivano gli abiti; con le corna realizzavano posate e oggetti di vario utilizzo, mentre le armi per la caccia e la guerra li fabbricavano utilizzando le ossa dell'animale. Persino gli escrementi erano utilizzati come combustibile dopo essere stati essiccati. Con le loro armi rudimentali, gli indiani dovevano aguzzare il proprio ingegno per cacciare questo grande erbivoro. La tecnica più comune consisteva nel circondare la mandria con anello umano e lanciare centinaia di frecce sino ad abbattere gli esemplari necessari.